Fuori del centro storico di Bologna ma in "ambito storico", nel cosiddetto quartiere giardino est di Bologna, un difficile lotto di completamento di forma quasi quadrata. Si propone un programma di costruzione di villetta bifamiliare inconsuetamente divisa in due alloggi duplex uno sull'altro. Si legge nel progetto una forte presunzione di introduzione "brutalista" ed "esemplare" di una qualità dei valori del progetto contro ogni mimetismo, seppure richiesto. Più che di spazialità qui si parla di blocco scultoreo, ma non idealizzato ponendosi sul piano della tecnica (codice) ovvero sul piano dell'estetica (arte), bensì sul piano degli interrogativi (ricerca = risultati possibili ma parziali – processualità, indagine progettuale). La scelta formale ripercorre la volontà di un organismo a chinese-box, un volume dentro l'altro, un sentire dentro l'altro, che si configura e caratterizza per il differente uso dei materiali. Dal rapporto con l'esterno all'intimo, dalla scatola in cemento armato del prospetto sud e della copertura, alla scatola in legno filtro tra luce e ombra, interno ed esterno, alla intima scatola di vetro, allaccio diretto con "l'altro" esterno.